mercoledì 21 marzo 2007

Tubero d'alta cucina

Tartufo: irresistibile miscela di sapori e odori
di Isabella Egidi

Valgono tanto oro quanto pesano, non a caso la loro quotazione sul mercato è a dir poco sibaritica. Stiamo parlando dei tartufi, funghi ipogei (cioè che crescono e si sviluppano nel sottosuolo), appartenenti alla divisione degli Ascomiceti, un gruppo comprendente oltre 15.000 specie di funghi. Nello specifico fanno parte della famiglia delle Tuberaceae e in particolare appartengono al genere Tuber e ad alcuni altri generi correlati. Li chiamano non a caso i "diamanti della cucina" perché "durante il periodo di raccolta", spiega Mauro Carbone, direttore del Centro Nazionale Studi Tartufo, "il tartufo bianco può oscillare intorno ai 250-300 euro per etto". Eppure ne bastano pochi grami per cambiare marcia ad ogni piatto.
Tra le varie specie (circa una cinquantina) di tuberacee, solo poche tuttavia sono ricercate per le loro qualità organolettiche. Citiamo a riguardo il tartufo bianco (Tuber magnatum) e la sua varietà pico, il tartufo nero pregiato (Tuber melanosporum Vitt.), il tartufo bianchetto (Tuber borchii), il tartufo invernale (Tuber brumale Vitt.), il tartufo nero liscio, (Tuber macrosporum Vitt.), il tartufo estivo o scorzone (Tuber aestivum). Da ricordare inoltre la Terfezia arenaria, un fungo ipogeo che con il tartufo, spiega l'esperto, "condivide solo il nome e l'habitat ma non le proprietà organolettiche. Si tratta del tartufo già noto ai Greci e ai Romani, ancora oggi molto ricercato nei paesi arabi".
I tartufi si presentano con un aspetto simile a una patata e sono costituiti da un rivestimento esterno detto "peridio" e da una polpa interna detta "gleba". "Dal punto di vista nutrizionale", riprende Carbone, "il valore del tartufo è scarso, paragonabile a quello dei comuni funghi coltivati, essendo costituito per circa 82 per cento di acqua e sali minerali. Inoltre viene consumato abitualmente in quantità assai ridotte, 5-10 grammi al massimo". Eppure il tartufo è il tipico esempio di quanto gusto e tradizione possano dimostrarsi indipendenti dal contributo nutrizionale di un cibo e di quanto sia possibile trovare nell'alimentazione anche situazioni "extra". Come ad esempio una gradevole sollecitazione dell'odorato, un incitamento all'appetito o - perché no - il mero appagamento "fine a se stesso"".
Non a caso il brillante gastronomo e magistrato francese Jean Anthelme Brillat-Savarin (1775-1826) attribuiva ai tartufi non la virtù di saziare lo stomaco ma quella di "rendere le donne più tenere e gli uomini più amabili". Da qui ad attribuire ai tartufi proprietà afrodisiache il passo è stato breve. "Il tartufo", ironizza Carboni, "è afrodisiaco tanto quanto può esserlo una bella e costosa macchina sportiva, se quest'ultima fosse commestibile. La connessione è legata invece all'intenso odore dei tartufi derivato dalla sommatoria di tante molecole diverse, di cui alcune più dominanti di altre".
Si tratta di composti come ad esempio il bismetiltiometano, una componente dominante dell'aroma (più nei bianchi che nei neri) che ricorda nella composizione chimica l'androstenolo, una sostanza "irresistibile" per alcuni mammiferi". Questa è presente ad esempio nella saliva dei cinghiali in calore, dove funge da feromone per spingere all'accoppiamento le giovani scrofe. Ciò spiega il motivo per cui alcuni "cavatori" usino nella ricerca le femmine della specie e come mai queste ultime abbiano un innato talento nel fiutare il tartufo.
"Ricordiamo", conclude l'esperto, "che il bismetiltiometano è da anni riprodotto in laboratorio quale base della cosiddetta "essenza di tartufo", attualmente utilizzata per aromatizzare salse, patè, oli ma anche per conferire un intenso profumo a tartufi scadenti".


FONTE: www.repubblica.it

Australia: guai per dei cercatori di funghi allucinogeni

Abruzzo: Parte da oggi la distibuzione dei tesserini per la raccolta funghi

L’AQUILA. A partire da oggi, in tutte le sedi della Provincia dell’Aquila, sar possibile ritirare il tesserino per la raccolta dei funghi. Lo hanno reso noto ier l’assessore all’Agricoltura, Luca Angelini, e la presidente della Provincia, Stefani Pezzopane.

L’Amministrazione è stata una delle prime ad attivarsi per il rilascio del tesserino, d’obbligo per legge regionale (dell’8 novembre 2006) anche se l’Abruzzo è stato uno degli ultimi a muoversi rispetto al resto d’Italia.
Una passione, quella per la raccolta dei funghi, che coinvolge 8.373 persone in tutta la Regione, tante sono state le richieste pervenute per ottenere il rilascio del tesserino. Alla data di ieri alla Provincia dell’Aquila sono pervenute 4.614 domande, a quella di Chieti 59, di Pescara 1.500 e di Teramo 2.200 domande.
«La Provincia ha svolto un grande lavoro per accelerare i tempi per il rilascio dei tesserini – ha affermato l’assessore Angelini –restando aperti anche il sabato. I giorni lavorativi a disposizione del settore per far fronte all’emergenza sono stai 13 dalla data di entrata in vigore della legge».
Per favorire ulteriormente l’utenza l’assessore ha comunicato che gli uffici del Settore Attività Produttive, siti in piazza della Lauretana all’Aquila, resteranno aperti per l’intera giornata anche nei giorni di sabato 24 e sabato 31 marzo prossimi.
Nel frattempo la Provincia ha disposto l’avvio di 14 corsi di micologia per gli aspiranti raccoglitori di funghi, la cui frequenza è il requisito fondamentale per ottenere il rilascio del patentino. I corsi si svolgeranno su tutto il territorio provinciale. I tesserini saranno consegnati, a partire da oggi, presso la sede in piazza della Lauretana all’Aquila, domani presso la sede del centro per l’impiego di Carsoli, il 26 marzo presso la sede decentrata di Avezzano, il 27 marzo a palazzo Mazara di Sulmona e il 29 a Pizzoli, presso l’auditorium di piazza del Municipio.
M.I.

CORSI A TERAMO PER LA RACCOLTA FUNGHI

Iniziano nella sala polifunzionale della Provincia, alle ore 20,30, la prima sessione dei corsi per la raccolta funghi organizzati dalla Provincia. A questa prima tornata parteciperanno circa 300 iscritti. Previsto lo svolgimento di altre due sessioni, nel mese di aprile, destinate ad altri 600 iscritti.
I corsi sono stati organizzati dopo la pubblicazione della Legge regionale che prevede per i raccoglitori l’obbligo di partecipazione ai corsi di micologia.
La Provincia ha pubblicato successivamente l’avviso pubblico per la partecipazione al corso, aperto a tutti e completamente gratuito, al quale hanno aderito circa 900 persone.
L’elenco degli ammessi alla prima sessione è pubblicato sulla home page del sito istituzionale dell’ente (www.provincia.teramo.it).

FONTE: www.primadanoi.it

Un dispositivo nanotecnologico per individuare i funghi del legno

Un gruppo di scienziati polacchi ha sviluppato un nuovo nanodispositivo in grado di individuare immediatamente i funghi che attaccano il legno.

L'aspergillus versicolor è una muffa molto comune che segnala problemi di umidità nel legno e in altri materiali edilizi. Il fungo è noto per la produzione di tossine cancerogene e per essere la causa di irritazioni agli occhi, al naso e alla gola.

«Finora, l'attacco del legno da parte del fungo diventava visibile solo quando la situazione era così avanzata da essere visibile a occhio nudo», ha affermato Jerzy Langer del Laboratorio di fisicochimica dei materiali e di nanotecnologia di Poznan (Polonia), che gestisce il programma di ricerca. Fino a oggi, l'individuazione precoce del fungo presupponeva l'analisi dei campioni in laboratorio con il microscopio.

Grazie al nanorivelatore dei funghi, il prelievo di campioni appartiene ormai al passato. L'aspergillus versicolor viene rilevato mediante le nanofibre, le cui proprietà fisicochimiche cambiano in presenza del fungo e lanciano un segnale elettrico. «Il nostro metodo per verificare la presenza del fungo sulle superfici in legno è interamente non invasivo, il che significa che può essere utilizzato per analizzare oggetti preziosi in legno», ha dichiarato il professor Langer.

Grazie alla sua compattezza, il dispositivo può essere utilizzato ovunque. «Questo dispositivo dovrebbe costituire uno strumento essenziale per chi si occupa di conservazione storica, nonché del rifacimento, della costruzione o dell'acquisto di case o appartamenti, in quanto tale dispositivo consente di individuare la presenza di un fungo che è spesso nocivo per gli inquilini, persino nei nuovi elementi edilizi», ha spiegato il professor Langer.

FONTE: cordis.europa.eu

Sarà abbattuto l'ippocastano di Anna Frank

L'Aja, 10 mar. - (Adnkronos/Ign) - Sarà abbattuto il vecchio castagno che fu di conforto alla piccola Anna Frank, chiusa in casa durante l'occupazione nazista in Olanda. La decisione è stata presa dal consiglio comunale di Amsterdam. L'albero, che si trova dietro l'abitazione, dove si era rifugiata la famiglia Frank, è stato attaccato da un fungo, che potrebbe "essere pericoloso per la salute pubblica".

L'annuncio ha sollevato parecchie proteste da parte degli ambientalisti e dello stesso Museo di Anna Frank. Il secolare castagno, del peso di circa 27 tonnellate, vecchio di almeno 150 anni, è inserito nella lista dei beni del patrimonio storico-naturalistico nazionale.

Per venire incontro alle richieste degli ambientalisti, l'albero di Anna Frank non morirà ma, "rinascerà" attraverso la tecnica dell'innesto, continuando ad attirare in futuro ancora migliaia di visitatori sui luoghi della memoria di Anna Frank.

FONTE: www.adnkronos.com

Ritrovato a Mesagne un grande esemplare del fungo Plerotus Ostreatus

Un grande esemplare del fungo Plerotus ostreatus Kummel è stato ritrovato nei giorni scorsi in una villa di Mesagne in contrada Manfredonia. Il fungo comunemente chiamato orecchione, oltre a crescere spontaneo viene commercializzato in tutto il mondo. Le misure di questo esemplare sono straordinarie ha un diametro di 54 cm e pesa 5 chili. Il gruppo Micologico naturalistico Claudio Dipietrangelo di Mesagne considera il ritrovamento una cosa eccezionale, visto la crescita atipica, normalmente infatti, il fungo cresce su tronchi di alberi questo invece si trova su un prato inglese. Sembrerebbe proprio che la risposta sia da ricercare nel terriccio di importazione. Testo dal tg di Puglia tv del 20/02/07

FONTE: www.pugliatv.com

Forse scoperto un fungo che potrebbe trasformare l'etanolo e l'industria dell'igiene

I ricercatori del Borås University College in Svezia hanno scoperto un fungo che converte i rifiuti in etanolo in maniera molto efficace. E, se non fosse già abbastanza per suscitare l'interesse di chi si occupa di ambiente, la biomassa residua può essere utilizzata per creare un materiale superassorbente che può essere ridotto in composto e che potrebbe sostituire bende, pannolini e assorbenti igienici, tutti prodotti non biodegradabili.

Mohammad Taherzadeh e la sua équipe hanno scoperto che il fungo saprofita può trasformare i rifiuti in etanolo e può farlo in modo più efficiente del lievito da forno, utilizzato attualmente.

La capacità di trasformare la liscivia di sulfite, un sottoprodotto della lavorazione di carta e polpa di viscosa, per la produzione di etanolo è molto preziosa in termini sia economici sia ambientali.

«Si tratta di una scoperta entusiasmante», ha affermato il dottor Taherzadeh. «Gli zigomiceti [la specie cui appartiene il fungo] nella produzione di etanolo rappresentano un territorio inesplorato. Siamo gli unici scienziati al mondo ad averli presentati come funghi in grado di produrre etanolo, ma ci rendiamo conto che offrono un potenziale enorme».

E le buone notizie per l'ambiente non sono finite: l'équipe ha scoperto che la biomassa che rimane dalla produzione di etanolo può essere utilizzata per creare un materiale a membrana cellulare superassorbente e antibatterico. Si tratta inoltre di un materiale biologico che può essere ridotto a compost e riciclato.

La scoperta è così sensazionale che recentemente la Fondazione svedese per la conoscenza ha assegnato all'équipe un premio di 800 000 SEK (oltre 86 000 EUR) per il proseguimento della ricerca.

Articoli quali pannolini, assorbenti igienici e bende vengono attualmente realizzati con il poliacrilato, che non è biodegradabile e deve essere bruciato. L'incenerimento libera biossido di carbonio, che contribuisce al riscaldamento globale.

Se il poliacrilato dovesse essere sostituito da tale superassorbente biologico, i pannolini non dovrebbero più essere inceneriti e potrebbero invece essere ridotti in compost, lasciati macerare e convertiti in biogas.

Il nuovo superassorbente ha altre proprietà che lo rendono interessante. «Il nostro materiale a membrana cellulare assorbe una quantità di liquidi pari a circa 10 volte il proprio peso. Può inoltre eliminare batteri e funghi, il che significa che il pannolino non irriterebbe la pelle e offrirebbe una protezione più duratura dai cattivi odori. Abbiamo inoltre condotto un esperimento aggiungendo l'E. coli, un batterio di tipo aggressivo: il materiale a membrana cellulare è stato in grado di neutralizzarlo», ha spiegato il dottor Taherzadeh. Anche i test condotti con altri tipi di batteri, tra cui la klebsiella pneumonia, lo staphylococcus aureus e il fungo candida albicans, hanno dato risultati confortanti.

La ricerca sulla produzione di etanolo è destinata a proseguire, ma attualmente è incentrata sull'ulteriore sviluppo del materiale a membrana cellulare. «Poiché si tratta di un'area sconosciuta, ci attende una mole notevole di lavoro per comprendere appieno il potenziale di questo materiale», ha dichiarato il dottor Taherzadeh.

FONTE: cordis.europa.eu